martedì 4 novembre 2014

Wadi el Natrun

La sveglia avrebbe dovuto suonare alle 5.40 di ieri mattina, 3 novembre, ma non lo avrebbe potuto fare dato che avevo impostato il giorno sbagliato! Meno male che Elsa, non vedendomi arrivare, alle 6 ha bussato alla mia porta ... Mai fui più svelta nel lavarmi a mo' di gatto, vestirmi e trangugiare il caffè senza assaporarne il gusto né portarne con me il ricordo :)
P. Giovanni invece, è come se fosse sempre pronto, con l'aria più o meno assonnata, ma comunque pronto.
Mi ricorda quel particolare giocattolo che ci regalarono da piccole e che si chiama "Misirizzi" generalmente con sembianze umane, che porta in sé un peso e quando lo spingi in avanti, laterale o indietro, torna sempre eretto. Ecco, Giovanni è così: comunque scorra la sua quotidianità, torna sempre in posizione eretta, sempre pronto!

giovedì 30 ottobre 2014

Arrivata! I love Egypt!

Arrivata sabato alle 23, già domenica nel tardo pomeriggio sono andata con Elsa a Sheraton a trovare i ragazzi e suor Teresa e a consegnare loro caramelle e colori e il resto. Vi mandano il loro grazie un abbraccio e tantissimi saluti!
Li ho trovati cresciuti sia in altezza che in personalità.
Ho voluto andarci subito che magari poi diventa difficile trovare il tempo ... non tanto per me quanto per qualcuno di accompagnarmi, ma spero di rivederli ancora una volta prima del rientro.

Al mare!
Ho finalmente visto il mare anche se per solo due giorni, ma ne è valsa la pena.
Lunedì pomeriggio, io Elsa, Sharif, Mina e Michael siamo arrivati a Sokhna dove Sharif, il marito di Elsa, ha un appartamentino e siamo ripartiti mercoledì nel primo pomeriggio. 
A parte un po' di immondizia, che parrebbe far parte integrante del paesaggio, che ci si sentirebbe orfani di qualcosa se non ci fosse, il mare è bellissimo e l'assenza di altre anime ci ha reso padroni di spiaggia e acqua! Ovviamente mi sono abbrustolita ...

martedì 21 ottobre 2014

Egitto arrivo! a presto!!!

Finalmente si avvicina nuovamente il tempo di ripartire per il Cairo. Da una volta all'altra, da un viaggio all'alto, tra l'abbraccio dell'arrivederci a quello del ritorno, sono passati 7 mesi e mi sembra già un'eternità.
Assaporo oggi, a tre giorni dalla partenza, il sapore del lungo viaggio e il contatto del carrello del Boeing 737 sulla pista d'atterraggio dell'aeroporto del Cairo.

mercoledì 3 settembre 2014

La saggezza del Tao

Capitolo 37.

Il Tao non fa nulla,
ma non lascia niente di incompiuto.

Se gli uomini potenti
riuscissero a centrare se stessi in Esso,
il mondo intero sarebbe trasformato
da sé, nei suoi ritmi naturali.

Quando la vita è semplice,
le falsità svaniscono;
e la nostra vera natura splende.

Se non c'è desiderio, c'è calma,
e il mondo troverà la pace spontaneamente.
Quando c'è silenzio,
si scopre dentro se stessi l'ancora dell'universo.

Mare di Puglia - 2013







domenica 31 agosto 2014

Dhammapada, via di saggezza

251      Nessun fuoco brucia come la passione,
            nessun cappio strangola come l'odio,
            nessuna rete è più tenace dell'illusione,
            nessun torrente più impetuoso del desiderio.

254      Non c'è alcuna via nel cielo, la via è dentro di te.
            Gli uomini cercano la felicità nei propri attaccamenti.
            Il Tathagata, “colui che cammina nel semplice essere-così”,
            è libero da ogni attaccamento.

255      Non c'è alcuna via nel cielo, la via è dentro di te.
            Non c'è nulla di eterno nel mondo fenomenico,
            ma immutabile è la coscienza del Buddha.

Ninfee al Monastero del Bene Comune - Sezano VR




mercoledì 4 giugno 2014

La "via", le "vie"

Qualsiasi via è solo una via, e non c’è nessun affronto,
a se stessi o agli altri, nell'abbandonarla, se questo è
ciò che il tuo cuore ti dice di fare…
Esamina ogni via con accuratezza e ponderazione.
Provala tutte le volte che lo ritieni necessario.
Quindi poni a te stesso, e a te stesso soltanto,
una domanda…Questa via ha un cuore?
Se lo ha la via è buona. Se non lo ha, non serve a niente.
(La ruota del tempo - Carlos Castaneda)






giovedì 29 maggio 2014

p. Rafic Greiche: La vittoria di Al-Sisi, una rivolta civile contro l'estremismo islamico

Ad AsiaNews p. Rafic Greiche commenta i risultati elettorali: "Tanta disinformazione, nei giorni scorsi, persino sull'affluenza al voto che invece è stata alta. Il nuovo presidente è stato fino a oggi un uomo di parola, speriamo vada avanti così. Ripresa economica e stabilità sono gli obiettivi comuni. E i Fratelli musulmani imparino da quanto è accaduto, ripudiando la violenza".

martedì 29 aprile 2014

Si vive come ai tempi di Noè

leonardoBOFF.com 28/04/2014

Viviamo come ai tempi di Noè. Col presentimento che sarebbe venuto un diluvio, il vecchio cercava di convincere la gente perché cambiassero stile di vita. Ma nessuno gli dava retta. Al contrario, “Si mangiava e si beveva. C’era chi prendeva moglie e chi prendeva marito finché non arrivò il diluvio e li spazzò via tutti” (Lc 17,27;Gn 6-9)

I duemila scienziati del IPCC che studiano il clima della terra , sono i nostri attuali Noè. La terza e ultima relazione del 13/4/14 contiene un grave grido di allarme: abbiamo soltanto quindici anni per impedire che si oltrepassi di 2°C il clima della terra. Se sarà oltrepassato, conosceremo qualcosa del diluvio. Nessuno dei 196 capi di stato ha detto una sola parola. La grande maggioranza continua a sfruttare i beni naturali, facendo affari, speculando e consumando senza fermarsi, come ai giorni di Noè.

mercoledì 23 aprile 2014

Egitto, il volto della povertà

Euronews, 21 aprile 2014

Nel distretto di Duwaiqa, c‘è il quartiere di Manshiet Nasser, una delle baraccopoli alla periferia del Cairo. Qui, tutto ricorda che l’Egitto è uno tra i paesi arabi più poveri: il 48.9% della popolazione vive sotto la soglia di povertà. Considerata come una delle cause della rivoluzione del gennaio 2011, la povertà non è diminuita da allora, al contrario, è aumentata a causa della recessione economica, dell’aumento della disoccupazione e dei bassi salari.

domenica 20 aprile 2014

E' tempo di Resurrezione ...

come dire ... è come quando si percepisce, anche solo per un attimo, ma profondamente e sapendo che è "vero" ... che "è tutto perfetto così come è con la sofferenza delle proprie croci e la gioia della quotidiana resurrezione, fino al momento ultimo, quello in cui si raggiungerà l'unione con L'Uno. Uso questo Nome perchè lascia spazio ad ognuno per chiamarLo secondo il proprio sentire.
Ecco che, allora, auguro a tutti noi una splendida Pasqua di resurrezione interiore!


lunedì 14 aprile 2014

The square inside revolution

The square inside revolution, un film documentario che racconta la lotta del popolo egiziano contro il dittatore Mubarak, ma anche la consapevolezza che la popolazione non fosse pronta per una tornata elettorale cosiddetta "democratica".
Il film comunica in modo inequivocabile come i Fratelli Mussulmani abbiano manipolato una "piazza" ancora priva di strumenti per comprendere e votare con consapevolezza. Un documentario che merita essere visto nella sua crudezza e nella sua realtà sociale e politica. 
Vi ricordo questi due importanti articoli di Samir Khalil Samir a proposito della primavera araba: 
Salam,
Simonetta

.


mercoledì 26 marzo 2014

Dhammapada 178

Meglio del possesso del mondo intero,
meglio del paradiso,
meglio del dominio su tutti i mondi
è compiere il primo passo
sulla via del risveglio.
(Dhammapada 178) 



Siamo i fiori 
che colorano il deserto,
le nuvole che in un soffio 
Monastero di Anaphora - 3 marzo 2014
abitano il cielo,
gli alberi dormienti 
in attesa della vita.

Siamo il fitto intreccio di paglia 
che cela la nostra essenza,
siamo la corda annodata al palo
siamo il palo 
e gli artefici del nodo.

Ma siamo anche i sassi 
che sorreggono 
il nostro primo passo
sulla via del risveglio.
Dunque, andiamo.

Simo
26 marzo 2014

sabato 1 marzo 2014

Un grazie di cuore dai bambini dello Sheraton agli amici trentini!

Eccoci qua :)

Ieri, venerdì 28 febbraio, siamo andate a salutare i nostri ragazzi portando loro un sacchetto gigante di caramelle e i burattini che la mia amica Elda mi ha regalato per loro. Saranno gli esempio per costruirne altri, la prossima volta che riuscirò a venire che questa volta non c'è stato tempo ...
All'appello fotografico mancano Cristin e Mohrail. Però c'è David, uno dei grandi ... e lo si capisce anche dall'altezza :-)
Suor Teresa, padre Kamil e i bambini ringraziano di cuore per la raccolta dei fondi e la bella cifra che i miei colleghi hanno messo insieme, e anche per il bellissimo quadro con le foto-aquilone e l'arcobaleno, quale simbolo di pace e di "ponte" fra popoli e paesi.

giovedì 27 febbraio 2014

Il Cairo nell’obiettivo della Canon

In questi giorni abbiamo fatto qualche giretto, qua è là per la città, accompagnate da Michael, Mina e a volte Noha. Posto alcune foto ricordo di Khan el khanili, della Cittadella, del monastero di San Simone al Mokattam, della Cairo copta e del giro in alle piramidi. Quasi uniche turiste, se abbiamo potuto apprezzare le bellezze cairote senza folla, abbiamo anche notato la disperazione del popolo egiziano costretto a rinunciare ad una fonte preziosa di guadagno quale è il turismo.
C'è davvero da augurarsi che le cose possano cambiare volgendo al meglio che questo paese ne ha un disperato bisogno.

Il progetto del teatrino è arrivato a Don Bosco!

Nella mia valigia, assieme alla macchina da cucire, le caramelle per i bambini, alcuni burattini e i prototipi per fare le bambole di pezza, ha trovato posto anche l'originale del progetto per la costruzione del teatrino. Grazie all'amico Diego, è finalmente possibile dare il via alla costruzione del teatrino portatile che servirà ai ragazzi del progetto Maestri Burattini.
Ieri siamo andati alla scuola professionale Don Bosco, una delle più importanti qui al Cairo, dove abbiamo consegnato i disegni originali, dato che dalle foto era difficile ottenere una copia che fosse facilmente leggibile.
In ogni caso, Abdu, il professore che insegna laboratorio e che costruirà il teatrino, aveva soprasseduto anche per via del fatto che l'alluminio con cui si pensava di costruire la struttura, è davvero troppo caro ed il ferro, meno caro, è troppo pesante.
Così, mentre discutevamo di questo fatto, su un tavolo del laboratorio ho visto un profilato in lamiera verniciata e ben rifinita. L'ho preso in mano e ho chiesto se era possibile usare quel materiale ... sì, è stata la risposta, è possibile, meglio di uno spessore maggiore di quello che avevo in mano, ma certamente possibile. 
Così abbiamo trovato la soluzione ... e abbiamo dato un anticipo per l'acquisto del materiale e l'inizio del lavoro. E anche questa è un'altra cosa fatta, un passo in avanti :-))) 
Salam!



domenica 23 febbraio 2014

In visita a Wadi Natrun

Venerdì scorso (21feb) ci siamo accodate al viaggio di istruzione del gruppo che segue il corso di Leadership qui a Cordi Jesu. 
Johannes, il giovane altoatesino assieme alla sua giovane moglie svizzera e ai loro quattro figli (l'ultimo nato ha solo 11 giorni!), ci hanno accolti nel loro appezzamento di terra desertica in via di rinaturalizzazione, a Wadi Natrun, dove fanno agricoltura biologica.
E' stata una giornata intensa e interessante ma anche divertente. L'obiettivo è quello di dare strumenti di educazione all'agricoltura biologica e sostenibile ai giovani egiziani che potrebbero, un domani, intraprendere l'attività agricola. Prima di rientrare al Cairo, ci siamo fermati a godere il tramonto sul lago. Ma più delle parole, parlano le foto.

sabato 22 febbraio 2014

Spiccioli quotidiani

Ecco qui la mia macchina da cucire che ha viaggiato con me nel bagaglio a mano! 


Ho già (indegnamente) dato le prime istruzioni per l'uso seguendo la struttura del corso che ho fatto con Marilena Gadotti.

venerdì 21 febbraio 2014

Hey guys! Sheraton we're coming!!!

Hey guys!
Ieri, per la seconda volta siamo andati allo Sheraton e abbiamo trovato (finalmente) tutti i ragazzi, soprattutto i miei piccoli! E' stata una grandissima gioia per tutti potersi riabbracciare. Anche Aurora ha potuto godere di questo momento carico d'affetto, e Robert pure, che era con noi.
Elsa ci ha letteralmente messi sul bus che da Cordi Jesu porta fino a Sheraton nei pressi dell'aeroporto.

lunedì 17 febbraio 2014

Finalmente al Cairo!

Ahlan wa sahlan habibti,
eccomi finalmente tornata al Cairo in quella che considero la mia seconda casa, Cordi Jesu.
Questa volta non sono venuta sola. Infatti mia figlia Aurora ha deciso di condividere questa esperienza vincendo il timore che la situazione politica egiziana genera nel mondo occidentale.
Se è naturale sentire questo timore, non è però giustificato l'eccesso di paura che i mass media generano sulla questione.

domenica 26 gennaio 2014

Prete padovano al Cairo: «Stamattina ci ha svegliati lo scoppio della bomba»

Il terzo anniversario della rivolta di piazza Tahrir al Cairo, che ha messo fine al regime di Hosni Mubarak, si sporca di sangue. Quattro le bombe fatte scoppiare con l'obiettivo di colpire le forze armate, sempre più vicine a riprendere il potere con il generale al Sisi. Drammatica la testimonianza di un sacerdote padovano al Cairo che si mostra poco ottimista anche dopo il recente referendum che ha approvazione a larga maggioranza la nuova costituzione.  

da "La difesa del popolo"  Settimanale diocesano di Padova
24 gennaio 2014 - di Luca Bortoli

«Stamattina ci siamo svegliati con il botto della bomba. Non è stato un bel risveglio. Comunque stiamo tutti bene».
Inizia così la testimonianza di un sacerdote padovano al Cairo (che preferisce mantenere l'anonimato) in una giornata drammatica per l'Egitto. Quattro le bombe fatte saltare nei pressi dei centri di comando delle forze armate o al passaggio di agenti e soldati, 19 le vittime in totale. Gli attacchi sono stati rivendicati, via Twitter, dal gruppo jihadista Ansar Bait al Makdis che definisce infedeli i soldati e promette che la jihad proseguirà.

La prima bomba, quella che svagliato di soprassalto la comunità in cui presta il suo servizio il prete padovano, è scoppiata intorno alle 6.30 di ieri per opera, ed è la prima volta in Egitto, di un kamikaze. Letteralmente sventrata la sede del comando delle forze armate davanti a cui l'auto bomba è deflagrata.

Tutto questo testimonia che la situazione nel paese più importante del medioriente, un gigante da 80 milioni di abitanti che si trova in una posizione strategica tra il Maghreb e Israele, è tutt'altro che pacificata, nonostante l'approvazione a grande maggioranza della bossa di nuova costituzione avvenuta con il referendum che si è  tenuto il 14 e 15 gennaio scorsi.

«Noi missionari che siamo "abbastanza dentro" per capire cosa succede e "abbastanza fuori" per tentare di guardare la situazione con un certo distacco (un distacco che chi ha perso parenti a causa dell'odio integralista non si può permettere) rimaniamo molto perplessi per quello che sta succedendo», commenta il sacerdote. E guardando all'esito del referendum spiega: «Con il referendum costituzionale, si è avverato quello che in molti avevano preannunciato come una manifestazione di forza del potere costituito. Qualche blogger aveva scritto "sei libero di votare, se voti sì". Effettivamente, è vero che il 98 per cento degli elettori ha votato per la bozza costituzionale proposta dalla costituente diretta da Amr Musa (e nella quale anche il vescovo copto-cattolico di Fayoum-Giza ha contribuito). Ma è anche vero che l'affluenza è stata parecchio bassa. Un po' più alta di quella che promosse la costituzione islamista scritta dai fratelli musulmani appena tredici mesi fa, ma non alta abbastanza per poter dire che questa è la volontà del popolo. Particolarmente, ha colpito la bassissima affluenza alle urne da parte dei giovani, soprattutto alcuni settori della società civile che avevano innescato la rivoluzione di piazza Tahrir».

Guardando allo strato del paese, il sacerdote tratteggia un Egitto diviso in tre fazioni. Da una parte gli islamisti che vorrebbero tornare al potere, e portare avanti un'agenda che prevede, tra l'altro, una pericolosa messa in discussione degli accordi di pace con Israele. Dall'altra chi sostiene i militari, cioè chi comanda ora, che non teme di dire che "si stava meglio quando si stava peggio", cioè durante il lunghissimo governo di Mubarak (salito al potere da generale) e che vorrebbe tornare indietro con la scusa della stabilità per il paese. Infine, ci sono i promotori di una terza via, che si rifiutano di stare al gioco degli altri due gruppi. «Il vero dramma - riprende il missionario - non è che siamo divisi in tre gruppi, ma che questi gruppi non abbiano nessuna voglia di dialogare. Credere che un pezzo di carta come la costituzione risolva la cosa è ridicolo. Ci vuole ben altro che un testo, che tra l'altro non è così innovativo come lo descrivono quelli che l'hanno scritto». Dal prete padovano dunque nessuna apertura all'ottimismo dimostrato nei giorni scorsi da mons. Mina, vescovo copto-cattolico di Giza.

Al contrario, il sacerdote ha parole di fuoco per la chiesa locale. «Personalmente, trovo molto amaro che la gerarchia ecclesiastica sia così supina al gioco dei militari. Questo tipo di strategia – oltre che essere miope – è poco furbo sul piano strategico. Dio ci salvi dal cadere nel baratro che è la Siria, dove i cristiani hanno preso la parte di Assad».

La storia comunque è ancora lunga, conclude il missionario, «e più passano le settimane e più si allargano le fila di chi non sta ai giochetti dei primi due gruppi. Arriverà il momento di rimescolare le carte, e cominciare, forse per la prima volta, il gioco. Ma intanto che aspettiamo, continuano gli attentati dei terroristi e la pressione dei militari e a farne le spese è il popolo, che si trova in mezzo».



domenica 19 gennaio 2014

Egitto, il referendum sulla Costituzione.


di Laura Cappon  - 18 gennaio

Un plebiscito, il 96,2% di “sì” per la Costituzione, consacra il governo militare che lo scorso luglio ha destituito il presidente Mohammed Morsi. I dati sono ancora ufficiosi – la commissione elettorale li annuncerà oggi – ma sono già sufficienti all'esercito per parlare di “vittoria della democrazia”. L’unico punto debole, e che tradisce le aspettative, è l’affluenza del 38,5%, solo cinque punti percentuali in più del referendum sulla Costituzione islamista del 2012.

Nei dati divisi per governatorato il “no” non supera mai la soglia del 7 per cento, un chiaro segnale che la parte di opinione pubblica egiziana in disaccordo con la carta ha preferito l’astensionismo e ha accolto l’invito dei Fratelli Musulmani e di diversi gruppi rivoluzionari. Intanto, cresce sempre di più l’attesa sulle prossime mosse del capo delle forze armate El Sisi e sulla sua probabile candidatura. I media egiziani dipingono il generale come un predestinato alla guida del paese mentre per le strade del paese non c’è prodotto, dalle t-shirt alle cupcakes, che non abbia la sua immagine.

Questa adorazione popolare si respirava anche alle urne dove il “sì” alla costituzione era spesso associato alla candidatura del generale. “Io credo che molta gente potrebbe restare delusa se non partecipasse alle elezioni”, spiegava Magda mercoledì scorso mentre era in fila per votare nel seggio di Zamalek. Al momento sembra che le elezioni presidenziali potrebbero svolgersi prima delle parlamentari. In merito al disaccordo nella costituente, spetta alla presidenza emettere un provvedimento ad hoc.

La vittoria di El Sisi, nel caso di una sua candidatura, sarebbe resa più semplice anche da un'opposizione resa sempre più debole dalla repressione dei militari. La grande macchina elettorale dei Fratelli Musulmani, è stata completamente decapitata. Quasi tutti i suoi vertici sono in carcere mentre il movimento circa un mese fa è stato dichiarato un’organizzazione terroristica dal nuovo governo egiziano. Inoltre, la sua costola politica, il partito Giustizia e Libertà, è ormai fuori legge perché la nuova costituzione, tramite l’articolo 74, bandisce gli schieramenti fondati su base religiosa.

Per quanto riguarda i partiti laici, la maggioranza ha deciso di appoggiare il governo sin dal giorno della deposizione di Morsi causando un’implosione del Fronte di Salvezza Nazionale che ha annunciato il suo scioglimento. Restano i rivoluzionari, anche loro con diversi leader in carcere dal noto blogger Alaa Abdel Fattah ad Ahmed Maher, fondatore del movimento 6 aprile.

Sono loro a pagare il prezzo più alto di questa polarizzazione politica mentre, annaspando nella repressione, continuano a fronteggiare diversi problemi di organizzazione e la difficoltà di trovare unità su un eventuale leader in vista delle elezioni. L’ultima speranza, con alti e bassi, era stata Mohammed El Baradei. La storia è nota: il suo Fronte di Salvezza Nazionale ha appoggiato l’autoritarismo dell’esercito voltandogli le spalle. Le sue dimissioni dal governo transitorio, e il conseguente abbandono della vita politica, restano uno dei fallimenti politici più grandi per chi pensava di trovare in lui un degno rappresentate delle richieste di piazza Tahrir.

Nonostante ciò molti analisti avvertono che la candidatura del capo delle forze armate potrebbe essere un errore. La crisi economica egiziana resta una delle più dure della storia e il governo per ora fa cassa solo grazie ai prestiti stranieri. Lo scenario, dunque, è sempre lo stesso che portò gli egiziani a ribellarsi contro Mubarak nel 2011 e poi, dopo appena un anno di governo, contro Morsi lo scorso 30 luglio. “Ora tutti amano El Sisi ma la gente continua a morire di fame”, afferma l’attivista Omar Robert Hamilton. “La situazione è drammatica e la rabbia sociale, repressione o meno, potrebbe tornare nelle strade anche con El Sisi”.

Il 98,1% dei votanti al referendum sulla nuova Costituzione egiziana si è espresso in favore della Carta. Lo fa sapere la Commissione elettorale centrale del Cairo, precisando che sul totale di 20,6 milioni di schede posate nelle urne, il 38,6% di affluenza, ne sono state conteggiate 20,3 milioni, perché le altre sono state eliminate in quanto non valide. Si è trattato del primo voto in Egitto dalla destituzione di Mohammed Morsi dalla presidenza il 3 luglio, per mano di un colpo di Stato militare. Le autorità egiziane attendevano un risultato positivo dal referendum, interpretandolo come una legittimazione del governo ad interim sostenuto dai militari e del suo piani di elezioni parlamentari e presidenziali. I sostenitori di Morsi e dei Fratelli musulmani hanno boicottato il voto e parlato di brogli. Gli islamisti hanno promesso che le loro manifestazioni quasi quotidiane proseguiranno.
Il giudice Nabil Salib, capo della Commissione, ha definito il voto di martedì e mercoledì un "successo senza rivali" e con "un'affluenza senza precedenti". In realtà, tuttavia, il referendum costituzionale promosso dal governo di Morsi nel 2012 aveva portato ai seggi il 32,9% degli elettori. Nell'annunciare i risultati, Salib ha sottolineato che la partecipazione sarebbe stata maggiore, se le date non fossero coincise con gli esami universitari, che hanno tenuto i giovani lontano dai seggi. Intanto attivisti e gruppi per il monitoraggio hanno sollevato preoccupazioni sull'atmosfera in cui il voto si è svolto. Democracy International, con base negli Usa, ha dichiarato che "arresti e fermi di voci dissidenti" si sono verificate prima del voto. "Una transizione democratica dovrebbe essere caratterizzata da una espansione delle libertà, ma gli egiziani hanno visto restrizioni sostanziali nell'esercizio dei loro diritti democratici", ha dichiarato Eric Bjornlund, presidente della missione del gruppo in Egitto.
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