Ahlan wa sahlan,
è già la seconda volta che a causa delle manifestazioni e
dell’effettivo rischio di disordini, i ragazzi non vengono agli incontri di
Giocalavorando.
Sebbene il trasporto dallo Sheraton a Cordi Jesu avvenga con
il pullmino privato di Malak, cosa che ci da una certa sicurezza, è inevitabile
che Suor Teresa desideri proteggere i suoi bambini da ogni possibile rischio.
In ogni caso Emanuele, che abita vicino, va da loro
in modo che continui il lavoro della “drammatizzazione”. Un lavoro di base
fondamentale per costruire, in e con loro, gli strumenti che consentiranno nel
tempo di elaborare una loro storia, fino a disegnare e costruire i suoi
personaggi.
Viviamo in una sorta di contraddizione fra un’intima apprensione per il futuro e lo scorrere della vita nei suoi binari quotidiani: i mercati, i negozi, i taxi, le scuole continuano le loro attività. Poi accade, come già successo, che anche oggi alcune scuole chiudano perché vicine alle zone calde, che le attività chiudano anzitempo così da riuscire a tornare a casa prima di quel naturale coprifuoco dato dal crescere delle manifestazioni con il conseguente aumento del rischio.
Il vento fresco di questo autunno egiziano, che solleva nuvole di polvere e terra che invade gli occhi, porta con se anche i fondati timori di cristiani e liberali per il reale rischio di una dittatura e la sua deriva fondamentalista.
È davvero strano come nel giro di poche ore cambino gli
scenari in questa città. Stamani andando al mercato delle stoffe a Moski, nella Vecchia Cairo oltre
Aataba, osservavo con Elsa come tutto apparisse estraneo al quotidiano sottofondo
rivoluzionario di questo periodo. Ci siamo incontrate con un greco ortodosso
che vende stoffe Made in Egypt in un mercato dove prevale ogni sorta di mercanzia importata, soprattutto dalla Cina. È venuto a
prenderci vicino a due fra le due moschee più antiche e ci ha condotto nel suo
negozio. Lungo il percorso, ci ha portate a vedere la bellissima cattedrale greco
ortodossa più antica del Cairo, raccontandoci di come fosse crollata con il
terremoto e poi ricostruita in modo assolutamente identico.
Un intreccio di vicoli apparentemente senza uscita, tanta è
la presenza di rotoli di stoffa di ogni sorta e colore, ci inghiotte in fila
indiana, che diversamente non si cammina. Uomini piegati sotto pesi
inimmaginabili, si divincolano fra svolazzanti voile, pesanti vigogne,
luccicanti e variopinti strass, portando i rifornimenti.
Terminata la visione delle stoffe, presi campioni e prezzi, il greco ci consiglia caldamente di affrettarci a tornare a casa prima che diventi
problematico muoversi.
Elsa conferma le preoccupazioni, raccontando della
quantità di camionette militari piene di soldati che stamani hanno rallentato
il suo viaggio verso Cordi Jesu, dirette verso i punti caldi dove si muoveranno
i cortei.
Sabato dovrebbe esserci il referendum per la costituzione, uno dei grandi temi del contendere.
Staremo a vedere cosa accade. Vi terrò aggiornati.
Pace e bene a questo Egitto e al suo popolo, ma anche alla
nostra povera Italia, da troppo tempo nelle mani sbagliate. Anche da noi c’è
bisogno di una rivoluzione che speriamo possa svolgersi tranquillamente e
democraticamente nelle teste delle persone e nelle urne.
Salam
Simonetta
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