mercoledì 13 novembre 2013

Egitto: cancellato lo stato di emergenza, resta il coprifuoco in alcune aree

La legge speciale era entrata in vigore lo scorso 14 agosto, durante gli scontri con i Fratelli Musulmani. Su ordine di un tribunale egiziano il nuovo provvedimento entrerà in vigore nel pomeriggio di oggi. L'esercito dichiara che continuerà ad applicare lo stato di emergenza e il coprifuoco nelle aree sensibili in attesa di una notifica ufficiale.


13 novembre 2013
Il Cairo (AsiaNews/Agenzie) - L'Egitto cancella lo "stato di emergenza" entrato in vigore il 14 agosto dopo gli scontri con i sostenitori dell'ex presidente islamista Mohamed Morsi e gli attacchi degli estremisti islamici contro i cristiani. Un tribunale egiziano ha infatti ordinato lo stop alle leggi speciali, che impongono il coprifuoco dall'una del mattino fino alle sette. Le autorità avevano fissato per domani lo scadere del provvedimento. Secondo gli osservatori internazionali, la fine dello stato di emergenza è "un passo positivo verso il ritorno alla normalità del Paese".

Il governo egiziano aveva deciso a metà settembre di prorogare lo stato di emergenza di altri due mesi, a causa dei continui attacchi islamisti contro i cristiani e le postazioni militari nella regione del Sinai. Il provvedimento dovrebbe entrare in vigore oggi alle 16.00 (ora locale).

Sherif Shawky, portavoce del gabinetto di governo egiziano, ha dichiarato che le autorità accettano la decisione della corte e che la legge speciale verrà revocata in conformità con la sentenza del tribunale. Tuttavia Ahmed Ali, portavoce dell'esercito, ha sottolineato che in attesa di una notifica ufficiale i militari "continueranno a far rispettare il coprifuoco notturno". Il provvedimento è già entrato in vigore a Sharm el-Sheikh e in tutto il governatorato del Mar Rosso.

Secondo la costituzione ad interim varata dal presidente Adli Mansour, l'estensione dello stato di emergenza avrebbe richiesto un referendum. In questi mesi la legge speciale ha concesso ai militari il potere di arrestare le persone che violavano le ore del coprifuoco. Ciò ha permesso il fermo di oltre 2 mila islamisti, fra cui la maggior parte dei vertici dei Fratelli Musulmani, al momento in carcere insieme all'ex presidente Morsi.

La legge che prevede lo stato di emergenza è stata applicata in diverse occasioni dal 1967 al 1981. Dopo la morte del presidente Anwar al-Sadat nel 1981, il suo successore Hosni Mubarak ha esteso il provvedimento a tempo illimitato. Esso è stato cancellato solo nel febbraio 2011, anno della caduta del leader in seguito alle proteste della Primavera araba.



lunedì 4 novembre 2013

Inizia il processo contro l'ex presidente Mohamed Morsi

4 novembre 2013 
Insieme a leader dei Fratelli musulmani è accusato di aver istigato ad uccidere dimostranti oppositori. Grande dispiego di forze di sicurezza, mentre gli islamisti programmano manifestazioni di protesta. Timori per un ritorno al potere dei militari.


Il Cairo (AsiaNews/Agenzie) - Inizia questa mattina il processo contro l'ex presidente Mohamed Morsi e altri 14 responsabili dei Fratelli musulmani. Tutti sono accusati di aver istigato all'uccisione di dimostranti durante alcune manifestazioni anti-Morsi lo scorso dicembre.

L'ex presidente è già arrivato nella sede del tribunale trasportato in eliccottero da un luogo segreto. Le forze di sicurezza - con almeno 20mila poliziotti - sono in allerta contro possibili dimostrazioni e scontri dei sostenitori di Morsi.

Il processo si svolge nello stesso edificio dell'accademia di polizia del Cairo, dove si tiene anche il processo contro il predecessore di Morsi, Hosni Mubarak.

Una rivolta popolare aveva fatto cadere Mubarak nel 2011, facendo sperare in un miglioramento economico e in una maggiore democrazia. La vittoria di Morsi - seppure conquistata attraverso elezioni legati dal punto di vista formale - ha portato a un sempre maggior potere dei Fratelli musulmani (Fm), che hanno tentato di occupare tutti i posti di comando. Come risultato vi è stata un'islamizzazione sempre più grande del Paese e un fallimento dell'economia.

La scorsa estate decine di milioni di egiziani hanno manifestato contro Morsi chiedendone la caduta. L'esercito, dicendo di rispondere al volere del popolo, ha deposto Morsi e promesso una road-map per una nuova costituzione ed elezioni libere e democratiche. La deposizione di Morsi - seppure voluta da molti musulmani e perfino dai salafiti - ha generato molte violenze contro i cristiani - con attacchi e incendi di chiese, abitazioni e negozi di cristiani - e a una serie di attentati contro i militari. Nel tentativo di garantire l'ordine, le organizzazioni dei Fratelli musulmani sono stati messi fuorilegge e diversi loro leader sono stati arrestati.

La società egiziana è tesa e divisa. Alcuni giorni fa, tre giudici che dovevano giudicare il capo dei Fm, Mohammed Badie, e due suoi aiutanti, si sono dimessi dall'incarico. In occasione del processo contro Morsi, i suoi sostenitori hanno proclamato alcune manifestazioni, ma non è chiaro se sarà loro possibile radunarsi dato il pesante schieramento di militari.

Alla vigilia del processo, il giornale Al Watan ha postato un video sul suo sito, in cui si vede Morsi nel suo luogo di detenzione, mentre parla con alcuni sconosciuti del suo processo. Vestito con una tuta sportiva, egli afferma che la sua deposizione è "un crimine" in qualunque modo lo si guardi.

Secondo i Fm, la deposizione di Morsi è stata un colpo di Stato militare ad opera del gen. Abdel Fattah al-Sisi; secondo oltre 30 milioni di egiziani - che ne hanno chiesto la caduta - essa è un atto di libertà. Ma molti temono che i militari possano ritornare al potere come è stato dai tempi di Gamal Abdel Nasser.