giovedì 30 ottobre 2014

Arrivata! I love Egypt!

Arrivata sabato alle 23, già domenica nel tardo pomeriggio sono andata con Elsa a Sheraton a trovare i ragazzi e suor Teresa e a consegnare loro caramelle e colori e il resto. Vi mandano il loro grazie un abbraccio e tantissimi saluti!
Li ho trovati cresciuti sia in altezza che in personalità.
Ho voluto andarci subito che magari poi diventa difficile trovare il tempo ... non tanto per me quanto per qualcuno di accompagnarmi, ma spero di rivederli ancora una volta prima del rientro.

Al mare!
Ho finalmente visto il mare anche se per solo due giorni, ma ne è valsa la pena.
Lunedì pomeriggio, io Elsa, Sharif, Mina e Michael siamo arrivati a Sokhna dove Sharif, il marito di Elsa, ha un appartamentino e siamo ripartiti mercoledì nel primo pomeriggio. 
A parte un po' di immondizia, che parrebbe far parte integrante del paesaggio, che ci si sentirebbe orfani di qualcosa se non ci fosse, il mare è bellissimo e l'assenza di altre anime ci ha reso padroni di spiaggia e acqua! Ovviamente mi sono abbrustolita ...
Il viaggio.
Un viaggio da paura per soli 150 km da fuori Cairo con un furgoncino Suzuki 6 posti che vedete in foto che ha rischiato di fermarsi, nella via del ritorno, al buio sull'autostrada (dimenticatevi la nostra idea di autostrada però!). Tra le altre cose, Aiman,  ottimo autista, ad un certo punto ha aperto una botolina fra i sedili subito dietro quelli di guida e ha picchiettato qualcosa con un aggeggio nel motore, così siamo ripartiti (più sicuri?)
Ovviamente abbiamo fatto una strada diversa al ritorno arrivando quasi a Suez. Ma prima di inoltrarci nella città, ci siamo fermati così, in mezzo alla strada, per chiedere informazioni ad un camionista. Immaginatevi questo furgoncino che suona il clacson a manetta avvicinandosi come una tartarughina ad un camion enorme con Mina che si sbraccia fuori dal finestrino per fare segno di fermarsi ... una scena da film!
Mina chiede la via più breve per il Cairo e questo ci urla che ci conviene tornare un po' indietro e inoltrarci verso la montagna per poi girare a destra e andare a imboccare l'autostrada.
Mesh!Ok!, torniamo indietro con l'ennesima inversione a U e ci addentriamo nel deserto industriale: acciaierie, cementifici e fabbrica di farina ... Chissà se costruiscono case di cemento misto a farina e mangiamo pane cementificato!
La polvere la fa da padrona ... o anche da nebbia :)

La strada densa di camion si riduce da due ad una corsia per l'invasione della sabbia. 
Aiman che suona ai camion -immaginatevi il Suzikino come una tartarughina nel deserto frequentato da giganti- perché si spostino per poi superare sulla striscia di sabbia che copre i difetti dell'asfalto. Una bella sofferenza per le nostre schiene, soprattutto in assenza di sospensioni!
Finalmente incrociamo l’autostrada che va verso Suez per cui dopo un po’ ci tocca l’inversione a U in uno spazio dove rischiamo di rimanere insabbiati per la profondità dei buchi riempiti di ghiaino; ma finalmente siamo nella direzione di casa. La tartarughina ci fa sentire, con tutta la sua sofferenza, lo stridio della cinghia del motore

Intanto si fa buio e l’assenza totale di luci e della segnaletica orizzontale, rende il buio così intenso da stupirsi, che mica ci siamo abituati.
I fari dei camion e le loro mille luci colorate (e ti credo che le mettono … che almeno sono certi di essere visti!) sfrecciano rumorosi dandoci la biada con i nostri 70/80 km all'ora, una costante tosse del motore e l'acuto lamento della cinghia di trasmissione.
Sono serena, se si ferma scenderemo e qualche buon’anima ci raccoglierà, insh'alla!!

Senza cinture di sicurezza, che non se ne parla, la nostra scatoletta di tonno a forma di tartarughina prosegue il suo viaggio facendosi superare, o superando, indistintamente a destra, a sinistra e al centro. Noi si chiacchiera e si ride. Niente di più bello in quel momento!
Negli attimi di silenzio, rifletto sul senso della vita e sulla sua caducità, che il momento si rivela calzante perfino catartico.

Aiman ci avvisa che dobbiamo trovare un distributore. Meshi. Rallentiamo tenendo la destra fino a quando non ne vediamo uno rientrato un bel po' rispetto alla strada. Cerchiamo l'ingresso senza trovarlo. ad un certo punto Mina individua una stradina che si inoltra nel deserto e che imbocchiamo in senso contrario a quello di marcia fino a giungere all'agognato distributore e facciamo rifornimento.

Ecco che cominciano a vedersi le prime città satellite, cittadine private che fanno parte integrante del Cairo, circondate da recinti e con tanto di guardiano. Lì si va a vivere e poi si prende il pullman per andare a lavorare.
Ci accorgiamo di essere arrivati nella città vera e propria quando ci inchiodiamo nella rumorosa e sonora coda.
Aiman tiene la destra e, in una sorta di continuo slalom, prende la strada per Masr el Gedida verso casa di Elsa. Mina gli da una mano usando il braccio destro come freccia vivente, che qui le frecce le hanno spedite tutte agli indiani d'america, perché nessuno le usa. Al posto, come dicevo, si usano le braccia nella speranza che rimangano attaccate al corpo.

Arrivati, Elsa e marito scendono mentre noi proseguiamo verso West el Baladi, il centro, dove sta Cordi Jesu. Prendiamo il lunghissimo tunnel che, a finestrini spalancati, devasta i nostri polmoni con il suo contenuto denso di smog, e usciamo sulla piazza di Aataba. Ancora poco e siamo arrivati!

Verso casa!
Ormai conosco bene la strada e so che fra un po’ si gira a destra per arrivare in Champolion Str. e poi … eccoci in Ramsees!
La sensazione è sempre quella quando metto piede oltre il cancello … casa!

È tutto così bello! La nuova voliera fatta con materiale di recupero da P. Giovanni, il nuovo banco bar all'aperto, i tavolini con tanta gente … la nuova e bellissima cappella, il nostro teatrino che campeggia nel cortile dove i bambini vengono a fare le loro rappresentazioni … e poi i volti conosciuti, le persone che ti vengono incontro felici di trovarti ancora una volta qui, gli abbracci … tutto, tutto così familiare e così giusto … 
Il Nady è diventato un gioiellino che fa lavorare diverse persone ed è un posto tranquillo frequentato serenamente da cristiani e mussulmani.
Salgo che son stanca e domani è un altro giorno con le sue cose da fare …
La prossima settimana andremo a Wadi el Natrun, dove c’è il pezzo di campagna che dovrà diventare una fonte di lavoro e di reddito nel prossimo futuro. Per ora ci porteremo le sementi che le mie amiche Antonella e Arianna mi hanno dato per vedere se crescono. Ma di questo vi racconterò quando ci sarò stata …
Ahlen wa sahlen habibi!

La nuova Cappella in onore di Daniele Comboni


Accomodarsi nel Mar Rosso!
 









Joseph, Sabah e Susu al montaggio del teatrino


Emmanuel con due amici rivestono il teatrino


Classe di bambini sudanesi





I bambini danzano con i burattini
Il nuovo Nady

Voliera con materiale di recupero
San Daniele Comboni 


Nessun commento:

Posta un commento