sabato 9 febbraio 2013

Aataba, l’odore dell’umanità perduta

Aataba, 9 febbraio 2013

Ahlan habibi,
oggi ho deciso di riprendere contatto con Aataba, uno dei luoghi che ha segnato l’inizio della mia esperienza al Cairo.
A quel tempo rimasi davvero impressionata e la sensazione fu quella dell’invasione totale della mia persona, fino nelle viscere più profonde. L’ultima volta, ricordo, ci andammo in cerca di barattoli di vetro recandoci nel “settore” dedicato al vetro riciclato. Ebbene, ho scoperto che i barattoli venivano estratti dal rifiuto indifferenziato raccolto e “scaricato” nel quartiere del Mokattam, poi lavati, non si sa come, e rivenduti. Fu davvero uno shock e dopo di allora mi rifiutai di andare ancora in quello che è il quartiere mercato più importante del Cairo.
Ma il tempo passa e questo Paese, se non opponi resistenza anteponendo rigidamente il pensiero occidentale, lentamente ti entra dentro e va a riempire gli spazi vuoti che lascia l’occidente: quelli dedicati all'umanità.
Sì, è proprio così. In questa megalopoli perennemente rumorosa dove l’incessante andirivieni di milioni di persone si mescola con una capacità intrinseca di passare ore e ore seduti in improbabili bar, davanti ad un tea, fumando l’hashisha; dove le barriere architettoniche escludono i diversamente abili dalla vita sociale mentre costringe la popolazione “abile” a camminare lungo strade e marciapiedi degni di una città con i postumi di un bombardamento; dicevo, in questa città si respira ciò che in occidente è andato perduto: il forte odore dell’umanità.

Ecco che allora, in questo giorno azzurro e caldo in cui sono tornata ad Aataba, ho percepito il luogo dove l’Egitto si è fatto spazio dentro di me. Il luogo in cui ti senti parte della famiglia umana anziché della sola tua famiglia, della sola tua città, regione, Paese.
Vivere questa scoperta e comprendere il perché della nostalgia della prossima partenza, è stato un tutt'uno.

Tante sono le cose che mi legano a Trento: i figli, gli affetti, le amicizie, il territorio, la mia stessa storia con le sue battaglie personali e politiche. E per ognuna di queste cose sento il desiderio di ritornare. Ma devo ammettere, in tutta onestà, che l’Egitto e il Cairo mi hanno dato e mi stanno ancora dando molto. Un patrimonio di emozioni ed esperienza che mi sta arricchendo e formando e che ha creato un legame profondo con questa terra. Una terra che sa aspettare perché, facilmente, chi s’innamora di lei torna.
Salam
Simonetta 

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