martedì 11 dicembre 2012

Bambini, burattini e rivoluzione


Ahlan wa sahlan,
è già la seconda volta che a causa delle manifestazioni e dell’effettivo rischio di disordini, i ragazzi non vengono agli incontri di Giocalavorando.
Sebbene il trasporto dallo Sheraton a Cordi Jesu avvenga con il pullmino privato di Malak, cosa che ci da una certa sicurezza, è inevitabile che Suor Teresa desideri proteggere i suoi bambini da ogni possibile rischio.
In ogni caso Emanuele, che abita vicino, va da loro in modo che continui il lavoro della “drammatizzazione”. Un lavoro di base fondamentale per costruire, in e con loro, gli strumenti che consentiranno nel tempo di elaborare una loro storia, fino a disegnare e costruire i suoi personaggi.

Viviamo in una sorta di contraddizione fra un’intima apprensione per il futuro e lo scorrere della vita nei suoi binari quotidiani: i mercati, i negozi, i taxi, le scuole continuano le loro attività. Poi accade, come già successo, che anche oggi alcune scuole chiudano perché vicine alle zone calde, che le attività chiudano anzitempo così da riuscire a tornare a casa prima di quel naturale coprifuoco dato dal crescere delle manifestazioni con il conseguente aumento del rischio.

Il vento fresco di questo autunno egiziano, che solleva nuvole di polvere e terra che invade gli occhi, porta con se anche i fondati timori di cristiani e liberali per il reale rischio di una dittatura e la sua deriva fondamentalista.
È davvero strano come nel giro di poche ore cambino gli scenari in questa città. Stamani andando al mercato delle stoffe a Moski, nella Vecchia Cairo oltre Aataba, osservavo con Elsa come tutto apparisse estraneo al quotidiano sottofondo rivoluzionario di questo periodo. Ci siamo incontrate con un greco ortodosso che vende stoffe Made in Egypt in un mercato dove prevale ogni sorta di mercanzia importata, soprattutto dalla Cina. È venuto a prenderci vicino a due fra le due moschee più antiche e ci ha condotto nel suo negozio. Lungo il percorso, ci ha portate a vedere la bellissima cattedrale greco ortodossa più antica del Cairo, raccontandoci di come fosse crollata con il terremoto e poi ricostruita in modo assolutamente identico.

Un intreccio di vicoli apparentemente senza uscita, tanta è la presenza di rotoli di stoffa di ogni sorta e colore, ci inghiotte in fila indiana, che diversamente non si cammina. Uomini piegati sotto pesi inimmaginabili, si divincolano fra svolazzanti voile, pesanti vigogne, luccicanti e variopinti strass, portando i rifornimenti.

Terminata la visione delle stoffe, presi campioni e prezzi, il greco ci consiglia caldamente di affrettarci a tornare a casa prima che diventi problematico muoversi.
Elsa conferma le preoccupazioni, raccontando della quantità di camionette militari piene di soldati che stamani hanno rallentato il suo viaggio verso Cordi Jesu, dirette verso i punti caldi dove si muoveranno i cortei.

Sabato dovrebbe esserci il referendum per la costituzione, uno dei grandi temi del contendere. Staremo a vedere cosa accade. Vi terrò aggiornati.

Pace e bene a questo Egitto e al suo popolo, ma anche alla nostra povera Italia, da troppo tempo nelle mani sbagliate. Anche da noi c’è bisogno di una rivoluzione che speriamo possa svolgersi tranquillamente e democraticamente nelle teste delle persone e nelle urne.
Salam
Simonetta








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