venerdì 25 gennaio 2013

II° anniversario della rivoluzione: emozioni in piazza Tahrir

Emozione allo stato puro stare dentro la piazza ... ringrazio Alberto Sanchez e Michael per avermi portato, assieme a Valerio, dentro la prospettiva del cambiamento. Momenti indimenticabili ... che speriamo portino ad un reale cambiamento in senso democratico. L'Egitto ha bisogno di questo per ritornare a sperare e risollevarsi. Forza Egitto, forza egiziani! siete un unico popolo che nessuna religione può né deve dividere!
Questa sera la protesta prosegue, speriamo senza spargimento di sangue.
Certamente pericoloso sarà, invece, il momento della sentenza di domani sui fatti di Port Said. Gli Ultras sono sul piede di guerra. Hanno minacciato di rispondere a "sangue col sangue" se non avranno soddisfazione. Oggi ce ne erano diversi nei cortei che dalle varie zone della città si proiettavano verso la piazza Tahrir. Il passamontagna nero è, come ovunque, il simbolo di chi ha intenzione di attaccare senza scrupoli. 
Insomma, in questo momento si stanno sommando due situazioni ad alta tensione. C'è da sperare che la seconda non giustifichi l'utilizzo della forza da parte dei militari.
In ogni caso, diversamente da prima delle votazioni per la "costituzione che il popolo non vuole", questa volta gli egiziani paiono davvero arrabbiati e decisi a far sì che le cose cambino. "Morsi vattene", "L'Egitto agli egiziani" e "Siamo tutti egiziani" sono gli slogan più forti di questo popolo passionale.
Che sia passionale e arrabbiato lo si percepisce anche dalla forza della voce collettiva che scandisce gli slogan. Una voce forte, chiara e determinata, costante nel tono e unica: nessuno tace, nessuno.
Meraviglioso il gruppo delle donne ai fianchi del quale correvano due cordoni di sicurezza formati da uomini.
Ho voluto entrare, anche solo per poco, per sentirmi parte di quest'onda femminile. Gli uomini della sicurezza mi hanno aperto il varco con presenza e gentilezza. È stato anche questo un momento di vera emozione.
Poi, per senso di responsabilità verso me stessa e i miei ragazzi, sono rientrata a casa al calar della sera. 
Sulla strada del rientro ci siamo seduti al "Cafè Borsa", in una zona che è un piccolo "salotto" nascosto tra le vie dei negozi, tutto pavé e palmizi e tavolini a cinquanta metri dall'ingresso con colonne della Borsa – il mercato delle azioni egiziano e a cinque minuti da Cordi Jesu. Nel frattempo si erano aggregati a noi Eva, una giovane mussulmana che insegna italiano, Peter, un amico di Alberto e Michael e un giovane ricercatore in scienze politiche dell'Università di Genova.  Da una tavolata vicina alla nostra, un cliente leva a gran voce lo slogan "Morsi vattene" e batte le mani seguendo il ritmo dello slogan. Immediatamente la tavolata risponde ripetendo le parole e battendo le mani e così fanno gli altri avventori. Eva mi spiega che tutte queste persone hanno fatto come noi, prendendosi una pausa per poi tornare in piazza. Un po' mi spiace non essere della partita, ma son certa che la mia presenza fisica non cambierebbe gli equilibri della manifestazione, mentre la mia testimonianza sul blog e su Facebook può far conoscere ai miei amici italiani come stanno andando le cose qui.
Per ora pubblico alcune delle foto che implementerò più avanti anche con qualche piccolo video.
Pace e democrazia all'Egitto!
Simonetta

(il video è in coda alle foto)



































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