martedì 29 gennaio 2013

La "tosse pechinese". Come possiamo agire dall'Italia e dall'Egitto

Ahlan!
vi posto quest'articolo tratto da AsiaNews che ci parla della situazione dell'inquinamento a Pechino. Inquinamento insostenibile che conduce alla malattia e alla morte. Tutto questo per mano dell'uomo.
Anche per mano nostra nel momento in cui sosteniamo questo dramma acquistando prodotti made in China.

Pare brutto dirlo, che sembra di essere "razzisti". In realtà non si dice di non acquistare prodotti esteri, solo non dobbiamo sostenere un'economia che non prevede controlli né ambientali né sulla qualità dei prodotti.
In questo modo la popolazione cinese si ammala, ma anche quella che usufruisce dei manufatti da loro prodotti.
La battaglia su questo fronte va combattuta anche sul rapporto qualità prezzo. Finisce, infatti, che lo scarso potere d'acquisto dei paesi disastrati come l'Italia, incide sulla possibilità di acquistare prodotti di qualità dirigendo il mercato sui prodotti made in China meno costosi ma, come già detto, di pessima qualità.
Ebbene, anche qui in Egitto la maggior parte dei prodotti in vendita è made in China! Al mercato delle stoffe di Moschi, ad esempio, stante l'Egitto sia famoso per la produzione di uno dei migliori cotoni al mondo, i grandi rotoli di stoffa sono importati dalla Cina. E così per mille altre cose, compresi molti souvenir dell'Egitto!
Se in molti prendiamo coscienza di questo fatto ed evitiamo di implementare il mercato della morte per inquinamento non comprando "made in China, forse riusciamo a raggiungere quella massa critica che sola obbliga il mercato a cambiare.
Salam
Simonetta


CINA
Sempre peggio l'inquinamento. Ci si ammala di "tosse pechinese"
Stamane i valori di PM2,5 erano a 495 (il valore normale, per l'Oms è di 20). Cresce il pericolo per malati di cuore e ai polmoni, per anziani e bambini. Gli espatriati cercano di fuggire dalle città inquinate. In 10 anni cresciute del 60% le malattie di cancro al polmone. L'ira della popolazione cinese contro i loro capi, circondati da purificatori dell'aria e prodotti "bio".

Pechino (AsiaNews) - La cappa inquinante nella capitale non accenna a diminuire. Con allarmi che durano da più di una settimana, quest'oggi l'indice di qualità dell'aria era a 495 ("pericoloso") alle 11 di stamane; ma alle 6 era di 517. Di norma, un indice che supera il valore di 100 è considerato "non buono per la salute".

I dati di cui sopra sono quelli dell'informazione "libera", registrati presso l'ambasciata Usa a Pechino. Il centro municipale della città registra un valore minore, 393, che comunque è  segno di "grave inquinamento".

Ieri lo stesso centro ha registrato un valore di PM2,5 (particolato - polveri - disperse nell'aria di 2,5 microgrammi al metro cubo) oscillante fra i 340 e i 360. Un valore di 100 è considerato pericoloso per la salute di persone con malattie a cuore o polmoni, anziani e bambini. L'Organizzazione mondiale della sanità pone a 20 il limite di normalità dell'aria.

Lo smog, che riduce la visibilità, si è diffuso anche in altre zone del sudest del Paese, creando problemi ai voli degli aeroporti di Shijiazhuang (Hebei) e Zhengzhou (Henan).

Nei giorni scorsi quasi 1000 bambini sono stati accolti negli ospedali della capitale per essere curati di problemi respiratori.  Fra la gente e soprattutto fra gli espatriati si definisce come "tosse pechinese" questa malattia dovuta allo smog. E la sua influenza è tale che molti espatriati che vivevano in città, ora cercano di trasferirsi in campagna, per evitare quella che essi chiamano "la città grigia" (Greyjing").

Fra la popolazione cinese  cresce la preoccupazione per la salute: negli ultimi 10 anni, nelle grandi città   vi è stato un aumento del 60% di cancro ai polmoni, confermato perfino dallo lo stesso China Daily. E cresce nello stesso tempo l'ira contro i capi che sembrano impotenti verso l'inquinamento, provocato dall'industrializzazione anarchica di questi decenni e dalla non cura per l'applicazione delle leggi sul rispetto dell'ambiente.

Giornali locali descrivono la vita "sana" dei rappresentanti del governo, che nelle loro case ed uffici hanno costosi purificatori di aria e che fanno la spesa in speciali fattorie "bio", che li mette al sicuro dai cibi avvelenati.

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