lunedì 28 gennaio 2013

La rivoluzione il lunedì mattina

Lunedì mattina.
Il traffico è calato notevolmente da quando hanno chiuso il ponte dei Leoni, quello che collega Tahrir all'Opera, verso la Cairo Tower. E' brutto dirlo, ma si è dormito meglio. Ieri sera c'è stata una sparatoria proprio qui davanti e lanci di sassi contro le macchine. Dicono che sono dei "mercenari" pagati per creare disordini. L'aria è sempre meno respirabile da quando sono incominciati i lanci dei lacrimogeni anche dentro la metro. In questo modo hanno cercato di evitare che molte più persone raggiungessero la piazza. 

Ho accompagnato Diego alla sede dell'università Americana del centro città, vicino alla Camera Alta del Parlamento, praticamente in piazza Tahrir.
L'aria, già calda, è impregnata dell'odore pungente e della polvere dei lacrimogeni. Il naso pizzica e gli occhi lacrimano. Avvicinandoci al luogo degli scontri, troviamo i segni degli incendi appiccati qua e là.
Alcune strade, le più segnate, sono state lavate per abbassare il livello della polvere irritante.
Arriviamo all'università che è aperta e funzionante: business as usual, commenta Diego dopo che ha preso informazioni su un master.
Usciti, giriamo verso Tahrir e notiamo che ogni apertura sul muro esterno dell'università è stata murata. Parte dei mattoni lasciati per la strada, sono stati usati per le sassaiole contro la sede della Camera Alta.
Arriviamo in una piazza semi deserta dove si notano i focolai di copertoni e rifiuti  bruciati nella notte per scaldare i presidianti.
Su di una piattaforma rialzata, che funge da sfiato per la metropolitana sotterranea, alcuni uomini stanno ancora dormendo.

Qui è come se tutto fosse "sospeso": un pezzo di Cairo slegato dal resto della megalopoli. 
Appena fuori dalla piazza alcune ambulanze stazionano in attesa dei prossimi scontri, mentre il presidente Morsi ieri sera ha proclamato lo stato di emergenza per 30 giorni a Port Said, Suez e Ismailiya dopo le violenze delle ultime ore (articolo su AsiaNews)

Staremo a vedere quanto sono capaci di resistere in questa prova di forza fra egiziani e Fratelli Mussulmani, quanto fortemente questo popolo è veramente unito nel volere il cambiamento.

Salam
Simonetta

Piazza Tahrir, 28gen13
I commenti gestuali degli avventori di un bar al discorso di Morsi
Il ponte dei Leoni

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